Ringrazieremo Google per Debussy e Google per Google. Perché oggi con quest’omaggio al musicista francese della grazia e dell’acqua hanno superato se stessi. E tra le righe ci hanno anche ricordato che ringrazieremo Debussy anche per cose incidentali, microscopiche e piccolissime, che non sono strettamente quel che definiremmo musica: uno sbuffo improvviso di fumo, il bianco delle nuvole che nascondono il più-bianco della luna. Verrebbe da ringraziarli tutti in un colpo solo, anche tutti gli altri. Per gli oggetti che sono diventati anche qualcos’altro – l’acqua sull’asfalto dopo Cartier-Bresson, l’odore di mediterraneo dopo Tomasi di Lampedusa, i sogni volanti e i corpi colorati da aquilone di Chagall.