Da quando ho smesso di lavorare, da quando ho smesso di svegliarmi in un monolocale caldissimo anche se fuori è pieno di neve. Da quando ho smesso di tornare a casa stanca morta la sera e comprare una margherita dalla pizzeria egiziana al semaforo, con le ultime forze rimaste.
Da quando ho smesso di fare colazione al Cafè du monde la domenica mattina, perchè il Cafè Latino è chiuso. Da quando ho finito di passare i miei fine settimana sulla navetta da Milano Centrale a Bergamo o sul treno per Malpensa. Insomma, da allora, a tratti, mi assale una tremenda nostalgia di com’era svegliarsi, controvoglia, accendere la radio, commentare da sola, ad alta voce, le prime cose del giorno. Arrivare al lavoro dopo un’ora e mezza di treno, metropolitana, tram, e scoprire che, sì, mi piace lavorare.
E allora sto qui, con i telefoni ben accesi sul comodino, due. Penso che è gennaio e non ho ancora visto il freddo. Sarà febbraio e non avrò camminato nemmeno una volta nella neve. E mi domando quand’è che arriva l’inverno.