Il secondo giorno dell’anno per me comincia così. Con le cose da salvare dalla voglia di nuovo che ti prende a fine anno. E non sono poche, quelle per cui vale la pena tirare fuori un cartone pulito e fare qualcosa per conservarle. Ho anche provato a fare un elenco:
– le poesie di Mario Benedetti (eccole qui, le trovate affianco, nella foto), belle come pietre levigate, trovate sul ciglio della strada, senza belletti, fronzoli; forti quasi come oggetti e sempre lì, pronte a ricordarti come ci si sente a essere vivi
– certe fotografie, quelle fotografie, quelle di quando nulla è perduto e il sogno – qualunque sia – è tutto intero, non troppo lontano dalla mano
– la voracità di quando vuoi sapere come finisce una storia, o chi è l’assassino
– le parole che meritano di essere conservate, o usate più spesso (e scopro che anche lo Zingarelli ci aveva pensato, indicandole con un trifoglio o un quadrifoglio, non mi ricordo, prima della definizione)
– i buoni propositi;
– amare anche i finali e non soltanto gli inizi, le cene, e non soltanto le colazioni
– tutti i personaggi dei libri, e tutte le canzoni
Buon anno a tutti. E che siano belle le storie che ci accompagneranno. E che, anche quando non saranno bellissime, ci sia sempre qualcuno con cui condividerle.